E’ allarme a Palermo per l’istituzione del nuovo Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (c.d. TARES), per l’anno 2013.
In particolare, non convince che il Comune di Palermo stia chiedendo ai contribuenti di pagare un cospicuo acconto della TARES prima che il Consiglio comunale abbia deliberato le tariffe del tributo.
Queste le ragioni delle perplessità:
– l’art. 10 dello Statuto del contribuente (legge n. 212 del 2000) prevede che “I rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e della buona fede”;
– la condotta del Comune di Palermo potrebbe porsi in contrasto con il principio citato, poiché a Palermo si sta chiedendo di pagare un acconto “al buio” (in alcuni casi l’acconto potrebbe anche superare l’importo dovuto, facendo nascere un diritto di rimborso in favore del contribuente, si veda, ad es., il caso dell’inquilino che lasci l’immobile tassato nei primi mesi del 2013);
– inoltre il pagamento della TARES 2013 si sovrappone a quello relativo alla TARSU 2012, con notevole aggravio finanziario per i contribuenti. Il Comune di Palermo invero avrebbe, per legge, la facoltà di posticipare l’acconto TARES 2013 a una data successiva all’approvazione delle tariffe del tributo da parte del Consiglio comunale. Invece, così facendo il ritardo del Consiglio comunale viene fatto gravare sui contribuenti.
Repubblica – Palermo ha intervistato l’avvocato tributarista Alessandro Dagnino sulla questione, in relazione alla quale sono allo studio le opportune iniziative giudiziarie.
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