Il quotidiano “Repubblica” ha intervistato l’avv. Alessandro Dagnino sulla legittimità della condotta del Comune di Palermo, che in questi giorni sta chiedendo ai contribuenti di pagare un acconto della TARES 2013 senza che il Consiglio comunale abbia ancora approvato le tariffe del tributo.

Secondo l’avvocato tributarista Alessandro Dagnino questa richiesta appare criticabile, almeno per i seguenti motivi:

– l’art. 10 dello Statuto del contribuente (legge n. 212 del 2000) prevede che “I rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e della buona fede”. La condotta del Comune di Palermo potrebbe porsi in contrasto con il principio citato, poiché l’Ente locale sta chiedendo di pagare un acconto “al buio” (in alcuni casi l’acconto potrebbe anche superare l’importo dovuto, facendo nascere un diritto di rimborso in favore del contribuente, si veda ad es. il caso del contribuente che cessi di occupare l’immobile tassato, ad esempio per finita locazione, nei primi mesi del 2013);

– il pagamento della TARES 2013 si sovrappone a quello relativo alla TARSU 2012, con notevole aggravio finanziario per i contribuenti. La legge, invero, consente al Comune di posticipare l’acconto TARES 2013 a una data successiva all’approvazione delle tariffe del tributo. Invece, così facendo il ritardo del Consiglio comunale viene fatto gravare sui contribuenti.

Lo studio legale tributario Dagnino sta valutando la possibilità di promuovere un’iniziativa giudiziaria di carattere collettivo con la collaborazione delle associazioni dei consumatori e delle altre categorie tassate.

Si pubblica l’articolo apparso su “Repubblica” – Palermo dell’1 settembre 2013.