L’Apcoa, la società che gestisce i parcheggi in alcune aree del centro di Palermo, nulla deve al Comune a titolo di Tosap (la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche). Lo dice una sentenza della Commissione tributaria provinciale di Palermo. Dal 2006, il Comune percepisce regolarmente dall’Apcoa un canone determinato consensualmente fin dall’inizio del rapporto.

Alla fine del 2011 il Comune di Palermo aveva notificato all’Apcoa un avviso di accertamento con il quale contestava alla società di avere occupato con carattere permanente, nell’anno 2006, gli stalli ubicati nelle zone P2, P4, P19 e P20, senza avere corrisposto la Tosap, per una superficie di 60.000 metri quadri.

Il Comune, pertanto, aveva richiesto il pagamento di 832.000 euro circa a titolo di Tosap, oltre 1.082.000 euro circa per sanzioni ed 100.000 euro circa per interessi, per un totale di ben 2.016.342,36 euro.

La società, dopo aver tentato inutilmente di risolvere la questione per via amministrativa, ha fatto ricorso alla Commissione tributaria provinciale di Palermo, assistita dall’avvocato tributarista Alessandro Dagnino.

Con sentenza del 13 giugno scorso, la prima Sezione della C.T.P. di Palermo (presieduta da Filippo Bucalo, relatore Santo Ippolito, componente Giovanni Coppola) ha integralmente annullato l’avviso di accertamento, dichiarando che nulla è dovuto dalla società a titolo di Tosap.

Sostanzialmente, secondo i giudici tributari, la concessione prevede che “il servizio sia svolto sul bene pubblico dal soggetto concessionario quale mero sostituto del Comune concedente, che sarebbe, in tal caso, l’unico vero occupante della sede stradale”, senza che sia consentito cumulare canone e tassa.

“La sentenza della Commissione tributaria – spiega l’avvocato Dagnino – è pienamente condivisibile anche perché conferma un già consolidato orientamento della Corte di cassazione, già pronunciatasi nel 2009 su un caso analogo. Il Comune, tuttavia, non sembra avere tenuto conto della giurisprudenza della Suprema Corte e ha deciso di pretendere il cumulo di canone e tassa, irrogando addirittura sanzioni per oltre un milione di euro. E tutto questo, per la prima volta, a distanza di ben cinque anni dall’inizio del rapporto, senza che mai fosse stata prevista la debenza del tributo nell’atto di concessione”.

Di seguito, la rassegna stampa:

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