Palermo, 7 ottobre 2021 – Sul Giornale di Sicilia di questa mattina viene data notizia della condanna di Riscossione Sicilia la quale ha proceduto “imperterrita” in un pignoramento “totalmente illegittimo”. Ad affermarlo è stata la Commissione tributaria provinciale di Palermo in una recente sentenza che ha come protagonista un medico palermitano. Il sanitario, in precedente giudizio, aveva ottenuto il definitivo annullamento di un provvedimento di iscrizione ipotecaria basato su due cartelle risultate non effettivamente notificate. Ciononostante, dopo anni, l’agente della riscossione è tornata alla carica, notificando un nuovo atto con il quale insisteva nella richiesta di pagamento delle stesse cartelle.

Le rimostranze del contribuente, formulate anche attraverso una diffida scritta, sono state inutili. La diffida, infatti non ha avuto alcun riscontro da parte dell’esattoria. 

Per ottenere giustizia, il medico — difeso dagli avvocati Alessandro Dagnino e Roberto Salomone, rispettivamente Managing partner e Senior associate di Lexia Avvocati — è stato costretto ad avviare un secondo processo nel quale rilevò la nullità del nuovo atto perché contrastante con il precedente giudicato. Nel frattempo ha dovuto subire il pignoramento dello stipendio. Adesso l’ex ente di riscossione siciliana dovrà rimborsare le somme pignorate e pagare le spese legali, maggiorate del 33 percento “in relazione alla manifesta infondatezza delle difese di Riscossione Sicilia s.p.a.”.

“La pronuncia – ha commentato l’avvocato Alessandro Dagnino – è emblematica, perché conferma quanto il dialogo e la collaborazione tra fisco e contribuente siano necessari nell’interesse di entrambe le parti. Se l’esattoria avesse serenamente preso in esame la diffida inviata, si sarebbero potuti evitare il processo, il pignoramento dello stipendio e la successiva causa risarcitoria che inevitabilmente il contribuente dovrà adesso avviare per riparare il pregiudizio subito”.

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