Il professore e avvocato tributarista Alessandro Dagnino, intervenendo nella nuova puntata della rubrica “Diritti e tributi” di TRM, ha commentato la proposta di introduzione di una patrimoniale avanzata nei giorni scorsi nel dibattito parlamentare.

“Quando si valuta l’introduzione di una patrimoniale – ha spiegato l’avvocato Dagnino – non si considera il consumo di risorse che lo Stato perderà nel processo di erogazione della spese. Traducendo un’espressione americana – ha continuato il tributarista – si potrebbe parlare di frullatore fiscale. Nella metafora del frullatore – ha aggiunto – faremmo riferimento agli attriti; cioè a quella parte di energia che viene sprecata nell’azione di prendere e restituire. Questo attrito fuori dalla metafora è il costo che la Pubblica amministrazione deve affrontare sia per il prelievo delle risorse che per la loro restituzione alla popolazione”.

Di converso, quindi, nel dibattito pubblico, si è avanzata una proposta per valutare se i pubblici dipendenti (esclusi i sanitari e le forze dell’ordine) possano compartecipare ai maggiori oneri causati dalla pandemia attraverso misure di perequazione fiscale straordinaria. Tale misura troverebbe giustificazione nel fatto che il pubblico impiego è una delle categoria economicamente non colpite dalla pandemia, poiché protetta dalla certezza del posto di lavoro e della retribuzione.

“Le imposte patrimoniali – ha concluso Dagnino – comportano lo svantaggio di ridurre l’incentivo a produrre ricchezza da parte della classe imprenditoriale”.

Guarda l’intero intervento