Nella nuova puntata della rubrica “Diritti e tributi” l’avvocato e professore Alessandro Dagnino, managing partner di LEXIA Avvocati, illustra l’obbligo del contradditorio endoprocedimentale nel diritto tributario ai sensi dell’articolo 10 bis dello Statuto del contribuente.

Secondo tale normativa il Fisco non può emettere un avviso di accertamento, e chiedere il pagamento di maggiori tributi rispetto a quelli dichiarati, sulla base di una istruttoria autonomamente svolta. All’amministrazione finanziaria spetta infatti l’obbligo di convocare il cittadino ad un contraddittorio cosicché quest’ultimo possa chiarire le valide ragioni economiche sottese all’operazione fiscalmente vantaggiosa.

La mancata realizzazione di questo contraddittorio comporta la nullità dell’avviso di accertamento. Per fare valere l’invalidità dell’atto, però, il documento deve essere quindi impugnato davanti alla Commissione tributaria provinciale entro 60 giorni ovvero ricorrendo al termine lungo di 150 giorni.

L’istituto è stato oggetto di un caso affrontato dallo studio legale in cui l’Agenzia dell’Entrate contestava ad una società la deducibilità di una minusvalenza, una componente negativa del reddito d’impresa che aveva causato una perdita.

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